Pesca Per Pesci

Pesca Per Pesci è nata durante l’Arteria Festival curato da Sabina Oroshi in collaborazione con il Museo Lapidarium di Novigrad, Croazia.
Si tratta di una scultura subacquea precedentemente realizzata
per l’installazione culinaria Pesca Senza Pesce e successivamente
collocata vicino al delta del fiume Quieto durante un workshop di una giornata in cui è stato possibile discutere degli aspetti ecologici che caratterizzano e accomunano la Laguna di Venezia e l’area del delta del fiume Quieto. Realizzato con materiali provenienti dal fiume e componenti nutritive per la fauna locale, la scultura ha lo scopo di rivitalizzare pesci, uccelli e organismi che nel corso degli anni hanno subito rapidi cambiamenti dovuti alla pesca intensiva, l’inquinamento delle acque, la presenza di nuove specie e modifiche morfologiche del territorio da parte dell’essere umano.

Serviteur Muet

Serviteur Muet è un progetto che nasce dalla collaborazione tra Barena Bianca e Sugar Koka. L’interesse condiviso per l’arte culinaria e per temi socio-ecologici legati alla Laguna di Venezia creano un terreno fertile per la sperimentazione di nuovi scenari edibili negli spazi del giardino di Palazzo Venier dei Leoni al Guggenheim di Venezia. Traendo spunto dalla costruzione dello spazio attraverso la luce e i colori nell’opera del pittore Edmondo Bacci, viene concepita un’installazione composta dal susseguirsi di ripiani irregolari di zucchero e burro. La trasparenza delle superfici simil-vitree alternate a grasse lucentezze si amalgamano con i paesaggi e le cartografie lagunari. Schiume, creme, orsetti, perle ed erbe dall’aspetto ingannevole sono i frutti di questo arbusto sapido e dolciastro di cui alla fine rimarrà poco o niente. Si scioglie, si spezza, ci nutre e scompare.

Foto: Giacomo Bianco

Never let me Gò, Tunaight

Il progetto “Never let me Gò, Tunaight”, in collaborazione con Ilaria Genovesio, intende tracciare un parallelo tra le città di Istanbul e Venezia, attraverso l’individuazione di una o più specie marine estinte e aliene che accomunano il Mar di Marmara e l’area marina del Mar Adriatico settentrionale e della Laguna Veneta. Tradurre la ricerca e l’analisi di questi elementi in un linguaggio artistico e visivo ci ha permesso di accendere dibattiti tra Istanbul e Venezia intorno a questioni urgenti e condivise quali l’inquinamento, la globalizzazione, i cambiamenti climatici, la pesca eccessiva, l’alimentazione, il turismo e la biodiversità. Il progetto ha preso forma con una serie di ricerche preliminari condotte a Venezia, volte all’individuazione delle specie marine in questione in collaborazione con musei, ricercatori, pescatori e commercianti di pesce locali. Nella seconda metà di giugno, per un paio di settimane, il progetto si è spostato a Istanbul col supporto dell’artist run space PASAJ che ci ha accompagnato nello sviluppo della ricerca e in particolar modo nel tessere rapporti con enti, iniziative e personalità locali fondamentali per arricchire il progetto presentato a luglio nell’art center Barin Han.

Durante il periodo a PASAJ abbiamo realizzato delle sculture mobili e volanti ritraenti un ghiozzo ( in veneziano), un tonno e delle noci di mare – specie invasiva, uno ctenoforo che si sviluppa in acque calde danneggiando la fauna marina locale. Due pesci iconici, il Gò per Venezia e il Tonno per Istanbul, presenti in entrambe le acque e accomunati da passati gloriosi ed un presente alquanto critico e precario. Al contrario le noci di mare sono l’immagine di un presente contaminato, in contrasto con il fragile equilibrio dei mari, e che invade in maniera nociva ecosistemi fragili come la Laguna di Venezia e il Bosforo. 

Passeggiare assieme ai due pesci verso la cima dell’isola di Büyükada ci ha permesso di osservare dall’alto quello che oggi è Istanbul, le sue acque e i suoi abitanti. Allo stesso tempo abbiamo instaurato un legame tra queste due specie e di conseguenza tra le due città. Un legame che intende proseguire e svilupparsi nei prossimi anni grazie alla collaborazione al progetto di Ilaria Genovesio e al supporto di PASAJ e Artport Making Waves.

Brodo Primordiale

Nel 2021 Barena Bianca ha concepito l’idea di un metaforico “Brodo Primordiale”, una ricetta filosofica in cui il brodo ingloba tutti gli ingredienti che lo costituiscono. La prima versione è derivata dalla laguna di Venezia, un compagno artistico del saggio di Fiona Middleton e Pietro Consolandi “Re-Sourcing the Strands of Life: La politica biocentrica nel brodo primordiale”, pubblicato da Strelka Mag. Nel saggio gli autori sostengono che il brodo primordiale, da cui la vita emerse dopo un misterioso evento ancora discusso dalla comunità scientifica, rappresenta un momento chiave di collaborazione interspecifica in cui diverse forme di vita interagirono in modo caotico verso un obiettivo comune. In questo senso, la stessa nascita della vita può essere considerata come il più grande risultato politico raggiunto da un’assemblea interspecie. Da questo punto di vista, possiamo vedere gli ecosistemi come un patrimonio comune che è stato costruito da successive assemblee di forme di vita: le risorse che sono state accumulate attraverso milioni di anni di azione biotica non possono quindi essere sfruttate per il benessere dei soli umani. 

Per incarnare questa idea filosofica, Barena Bianca ha sviluppato un brodo che include elementi che hanno attraversato la laguna in diverse fasi della sua vita: primordiale, storica o contemporanea. La laguna stessa è infatti un ecosistema altamente dinamico, che è stato modellato nel corso della storia da agenti come i fiumi e il mare, e dall’azione umana – responsabile del suo stato attuale, sempre più simile a un ramo del mare Adriatico. 

In questo brodo primordiale non c’è una gerarchia stabilita e tutti gli elementi contribuiscono al risultato finale, in cui molti dei partecipanti sono mascherati o dissolti: ma la loro presenza costituisce ciò che il fruitore dell’opera sperimenta nel momento dell’assaggio. 

Il brodo è per sua natura site-specific: se la prima versione ha voluto incarnare le diverse fasi della laguna, la seconda – sviluppata durante Piantagruél 2021 – ha creato un rapporto con la penisola di Cavallino, modellata dalla deviazione dei fiumi e che racchiude le tre anime della campagna, della laguna e del mare in una stretta striscia di sedimenti e sabbie.

“Come va lì? Qui…”

“Come va lì? Qui…”, parte del programma globale WE ARE OCEAN, è un laboratorio collaborativo di geografia critica sviluppato da Barena Bianca per chi vive a Venezia e persone che convivono con gli stessi problemi in tutto il mondo. Tramite una riflessione condivisa sulle minacce che ci accomunano, il laboratorio crea un’idea di geografia che non vede il globo dal punto di vista della divisione in stati-nazione, ma come un insieme di creature che si trovano a dover fare i conti con delle sfide comuni. Così, impariamo che Venezia si può trovare anche a Jakarta e New York, Kyoto e San Paolo, e che nessuno di noi è solo nella lotta per avere un futuro abitabile. 

Clicca per aprire e interagire con la mappa

La mappa digitale, opera che riassume tutti i contributi mandati da amici e alleati da tutto il mondo agli studenti di Venezia, è realizzata in collaborazione con l’artista Donato Spinelli. Questa andrà a crescere nei prossimi anni mostrando una rete di solidarietà in continua espansione. I contributi saranno condivisi con gli studenti che parteciperanno al laboratorio, che si terrà non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno, e una serie di “cartoline” di risposta saranno inviate in tutto il mondo, creando una connessione diretta tra “lì” e “qui”. 

Il laboratorio è prodotto da ARTPORT_making waves come iterazione veneziana del loro programma globale WE ARE OCEAN, selezionato come una delle Azioni ufficiali del Decennio delle Scienze Oceaniche per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Il fondamentale sostegno locale e alla ricerca è garantito da We are here Venice, e il laboratorio è ospitato da CNR-ISMAR, TBA21–Academy e Ocean Space.

Onde

Onde è una metodologia di ricerca attraverso l’atto del camminare, più che un’opera d’arte in sé. L’idea è nata ispirandosi al progetto gemello Ziarah Utara, portato avanti da Tita Salina e Irwan Ahmett a Jakarta dal 2018 in poi, nel contesto del programma globale WE ARE OCEAN, curato da ARTPORT_making waves. La prima camminata è stata resa possibile dal premio MobilityFirst! concesso dalla Asia-Europe Foundation (ASEF). Nel tentativo di creare una connessione diretta con l’ecosistema lagunare, e nello specifico con i Murazzi di Lido e Pellestrina durante la prima camminata, abbiamo realizzato una piccola scultura mobile luminosa: un’onda rossa che si accende in luoghi carichi di significato, dove si percepisce la presenza della laguna, del mare, o di alcuni suoi abitanti particolari. Funziona collegandosi al passato, percependo l’energia del presente o la possibilità di eventi futuri. 

La luce ci ha costretti a fermarci in alcuni punti per capire da dove provenisse quest’energia, per fotografarla e comprenderla meglio. La lentezza del camminare è essenziale per poter sentire un territorio attraverso il proprio corpo, diversamente da quando lo si attraversa velocemente con altri veicoli, e permette di deviare, fermarsi e tornare sui propri passi. La luce è anche servita per incontrare persone esperte del territorio e dell’ecosistema, connesse a questi luoghi, imparando da loro e ritraendole con la scultura. 

Il progetto è per sua natura di lunga durata, prestandosi a essere ripetuto più volte per comprendere i cambiamenti di un territorio, spezzettato in più sezioni e utilizzato per imparare dagli abitanti di questi luoghi. Una prima presentazione dell’esplorazione dei Murazzi è stata celebrata durante la giornata mondiale della Terra, il 22 Aprile 2021, con un talk ospitato da TBA21-Academy e Ocean Space insieme a Tita Salina, Irwan Ahmett (da Jakarta), Åsa Andersson, Carl Michael von Hauswolff e la curatrice di ARTPORT_making waves Anne-Marie Melster (Stoccolma), creando un ponte fra i tre luoghi connessi da problematiche comuni. Prossime tappe saranno la Laguna Nord, da Jesolo a Cavallino e l’entroterra, da Lova a Chioggia e un approfondimento dell’area delle barene di Campalto.

Barena Primavera-Estate

Barena Primavera-Estate è stato un workshop sviluppato in collaborazione con Giorgia Cereda e prodotto e coordinato da We Are Here Venice. In occasione del World’s Ocean Day, 20 ragazzi Veneziani hanno riciclato vecchie magliette, sul punto di essere abbandonate, per diventare simboli viventi della Laguna. Ogni ragazzo ha composto la propria immagine sulla tavoletta d’argilla prima di stamparla sulla maglietta, usando piante e fiori delle Barene, dando vita a un’interpretazione personale dell’ecosistema della Laguna. Il video, attraverso la voce di Francesco Da Mosto – architetto, storico e presentatore della BBC – che accompagna immagini tratte dal workshop e dall’esplorazione delle Barene di Campalto, imita di proposito lo stile di una pubblicità che non desidera vendere nulla. Piuttosto, il “mock-mercial” vuole incoraggiare ad adottare una serie di ideali necessari a contrastare la spirale negativa dell’ecosistema veneziano, in cui tanto la popolazione residente quanto la presenza di Barene è declinata del 70% nell’arco dell’ultimo secolo. Ognuno di noi può essere una Barena.

Muevete Muevete Barena

Muevete Muevete Barena è stato un happening didattico prodotto da We Are Here Venice che ha coinvolto 60 bambini di quinta elementare della Scuola Bernardo Canal in un mese di attività, strutturato in tre fasi e culminato in una parata. Durante la prima fase i bambini hanno studiato con noi nelle loro aule la tematica delle Barene, della produzione artistica e abbiamo analizzato alcune problematiche della Laguna, invitandoli anche a un brainstorming per dare forma ai due passi successivi, un workshop in un museo e l’happening nello spazio pubblico.
La seconda fase si è tenuta negli spazi di V-A-C Foundation in collaborazione col team educational e il biologo Lorenzo Bonometto: i bambini sono stati guidati attraverso Laguna Viva, in cui We Are Here Venice ha ricostruito una barena in grandi vasche sul retro del museo, guidati dalle conoscenze scientifiche di Bonometto, per poi costruire un momento di riflessione collettiva in cui ci siamo chiesti il significato delle Barene e della Laguna per Venezia, giocando anche col tessuto per arrivare all’ultima fase.
La settimana seguente i bambini hanno portato un serpentone di tessuto scomponibile di trenta metri sopra la testa da Palazzo delle Zattere a Campo Santo Stefano. Il tessuto è stato stampato con pattern e colori ricavati da foto aeree delle Barene di Campalto, le uniche ancora raggiungibili a piedi in tutta la laguna. L’happening ha rappresentato una materializzazione di spazi marginali e spinti all’estinzione nel centro dello spazio urbano veneziano. Arrivati in Campo, i bambini hanno scomposto il tessuto per poi ricomporlo in tre grandi cornici per dei disegni collettivi sui temi analizzati insieme, ricevendo ognuno uno scampolo di tessuto in dono da portare a casa, per poterlo ricomporre in ogni momento.

Atensión!

Atensión! è una campagna di manifesti mobili su carretti fatti a mano con materiali di recupero sviluppata da Barena Bianca, supportata e prodotta da We are here Venice. Porterà in circolo alcuni messaggi specifici legati alla sopravvivenza di Venezia e della sua Laguna durante l’effervescente periodo della Biennale.
Barena Bianca ha elaborato i dati in progressione storica di diverse tendenze nefaste portate dalla modernità (dal XVII Secolo ad oggi)nella Laguna di Venezia, trasformandoli attraverso uno specifico software in immaginibastratte. Quattro fonti statistiche e quattro manifesti in cui ad ogni singola fase del gradiente corrisponde un valore che si interseca agli altri in sfumature di colori più o meno intensi a seconda della proporzione del dato rappresentato.
Ogni manifesto apre un dialogo tra il dato quantitativo e una citazione di grandi pensatori del passato, in un inquietante riflesso delle proiezioni romantiche di poeti e filosofi distorto dall’osservazione scientifica e statistica del futuro veneziano e al contempo globale nell’era dell’Antropocene e della Grande Accelerazione climatica.
L’opera è per sua natura versatile, prestandosi tanto a un utilizzo installativo quanto a uno performativo. Una prima performance a Castello è stata presentata all’opening della mostra “Supermercato” alla Serra dei Giardini di Venezia, in parallelo alla 58. Biennale d’Arte.

Insurrezione antimimetica lagunare

Insurrezione Antimimetica Lagunare è un tentativo di sollevare domande nate dalla noncuranza veneziana su tematiche ecologiche e sociopolitiche. Le camicie – parte centrale del progetto – sono ispirate alla barena, isolotto fluttuante che copre oggi solo l’8% della laguna a causa della devastazione ambientale. L’azione vuole essere antimimetica; un mimetismo direttamente ricavato dalla cartografia delle barene e legato alle tradizioni dei cacciatori di laguna diventa disfunzionale: impossibile confondersi nella folla veneziana con un dispositivo inadeguato alla contemporaneità. La camicia diventa emblema di un passato ostinato, impossibile da cancellare e quindi marginalizzato. Il progetto assume una natura performativa, complementata da un volantino politico – mimetico anch’esso – e diverse azioni che saranno svolte nel tessuto cittadino.

foto: Alessio Graldi